La domanda sorge abbastanza spontanea...come mai la festa degli innamorati si festeggia il 14 Febbraio, sotto il segno freddo e razionale dell’Acquario, e non, che so, a Ottobre, con l’amorevole Bilancia?
È molto raro che certe festività, con le loro ritualistiche significative, fossero scelte “a caso” nell’antichità, ma questa sfida la comprensione. Almeno in apparenza.
La festa di San Valentino, con la sua associazione all’amore (cortese), ha preso questo significato solo nel Medioevo ed in ambito cattolico, come tentativo della Chiesa di cristianizzare una festività pagana alquanto “inappropriata” per i criteri morali del tempo, e probabilmente, ormai, anche per i nostri. Infatti in epoca romana, intorno a metà Febbraio, si festeggiavano i Lupercalia, una festa legata al ciclo di morte e rinascita della natura, in cui la sovversione delle regole e la dissacrazione dell’ordine stabilito erano celebrati con riti festosi e vitali, proprio per permettere alla società (ed alla psiche umana) di purificarsi e rigenerarsi.
Nei Lupercalia ci si mascherava e sfilava nelle strade, il povero diventava ricco, lo schiavo padrone, l’uomo diventava donna e viceversa, in un tripudio di caos e anti-conformismo rigenerativo ed esorcizzante. Erano feste dalla forte connotazione erotica e orgiastica che, chiaramente, non potevano sopravvivere alla morigeratezza religiosa medievale. L’erotismo quindi venne re-indirizzato in un contesto di Amor Cortese e, col tempo, nella festa degli innamorati che conosciamo. Alcune ritualità antiche sono comunque sopravvissute fino ad oggi, sebbene “ripulite” dagli eccessi, in quello che conosciamo come Carnevale. Un momento di rottura, quindi, con la rigidità dell’inverno (e del Capricorno) in nome di un processo di rigenerazione vitale. Ecco che allora, forse, un pochino dello spirito rivoluzionario e anti-conformista esce fuori. Acquario, segno che, più degli altri, fa della libertà generatrice di innovazione la sua missione di vita. In fondo ogni segno astrologico, in antichità, racchiudeva nei suoi simbolismi, la natura del tempo e della stagione “di appartenenza” , ed è proprio nel cuore dell’inverno che, invero, inizia la reazione vivifica della Natura che, sotto la neve, comincia a “ribellarsi” ed a diventare di nuovo fertile, iniziando il processo creativo di rigenerazione che porta allo sbocciare Primavera.
(Raccomando, per chi fosse interessato, gli interessantissimi studi di Pier Pietro Brunelli sul Carnevale e la loro valenza simbolica psicologica)
Comments