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  • Writer's pictureEleonora

RELAZIONI KARMICHE E COME SCOVARLE

Sembra che un trend duro a morire nei gruppi di Astrologia sia questa necessità di capire se la relazione sia o meno “karmica”.


Se una relazione viene approvata come “karmica” da qualche guru astrologico della Domenica allora, finalmente, si può tirare un sospiro di sollievo e andare avanti con la vita... Ovviamente fino a quando non si troverà un altro ostacolo, che verrà debitamente infarcito di pesantezza New Age, a sbarrare la strada.

“Empio destino, ingrato! Da vostri grati alberghi oggi mi toglie E mi sospinge (ahi lasso) A cercar nuove terre e nuovi mari;” (Epistole amorose di Cesare Orsinl, 1622)

"Ma come! Aveva la mia Venere in 12a! Il mio Sole era congiunto al suo Nodo Nord!"

Sono molto scettica a far entrare il Karma nel linguaggio astrologico, così come sono molto scettica nel farci entrare la parola “Destino”. Non credo nel Karma “de nonartri”, come viene raccontato nelle rubriche per donne e uomini mediamente disperati. Non credo nel “destino” come questo inquietante copione già scritto per noi da chissà chi, al quale possiamo solo, sommessamente obbedire (bella scusa per non darci mai da fare per cambiare le cose!).


René Magritte, "Les Amants", 1928

Posso invece elaborare sui concetti di Karma e Destino nell’ambito di una filosofia più profonda, e qui si deve necessariamente saltare su un campo gnostico-esoterico.


Esiste quello che Freud e poi Jung chiamarono “inconscio”.

“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino.” (Carl Gustav Jung)

Ancora di più, forse, mi piace l’elaborazione, in senso spirituale, che James Hillmann fece nella sua celeberrima “teoria della ghianda”. Secondo questa teoria, noi nasciamo con un’immagine innata dentro di noi, proprio come la quercia è contenuta come immagine all’interno della piccola ghianda.

“Tutti, presto o tardi, abbiamo avuto la sensazione che qualcosa ci chiamasse a percorrere una certa strada. Alcuni di noi questo “qualcosa” lo ricordano come un momento preciso dell’infanzia, quando un bisogno pressante e improvviso, una fascinazione, un curioso insieme di circostanze, ci ha colpiti con la forza di un’annunciazione: Ecco quello che devo fare, ecco quello che devo avere. Ecco chi sono.” (James Hillmann, "Il codice dell’Anima")

In quest’ottica, quindi, il nostro “compito” è quello di conoscere noi stessi ed il nostro mondo inconscio, per diventare sempre più liberi di esprimere quella che è la nostra vocazione, la nostra vera natura (la ghianda). Si potrebbe allora pensare che qualsiasi relazione che abbiamo nel nostro percorso di vita, sia in qualche misura “karmica”, ovvero strumentale al nostro percorso di individuazione.


Maurits Escher, "Mano con sfera riflettente" (Autoritratto allo specchio sferico), 1935

Forse è anche attraverso le relazioni (non solo amorose) che ci troviamo di fronte a degli aspetti di noi che l’altro, facendoci da specchio, ci aiuta ad “identificare”. L’inconscio ha questa straordinaria abilità di mandare costantemente dei segnali, per far sì che certi messaggi arrivino alla coscienza. Tali segnali sono spesso inviati sotto forma di altre persone. In questo, lo studio astrologico può aiutare, dando un’indicazione di quali sono i “temi” psicologici che una relazione, piuttosto che un’altra, può andare a toccare. Ma possiamo stare certi che qualsiasi sinastria facciamo, anche col postino o la suora di clausura, mostrerà una qualche interazione, a livello psichico, tra due persone!

Tutto è “karmico” quindi. Tutto può essere letto come “necessario” al nostro percorso di evoluzione, di individuazione.

Eh ma che brutto, come è poco romantico, allora non esiste l’Amore!

Eheh è proprio questo il bello! Quando una relazione sussiste nonostante le necessarie (e auspicabili) evoluzioni che la psiche di entrambi fa, certamente questo indica che esiste un sottofondo di Amore, innegabile, tra due persone. Più due persone sono “libere” dai loro stessi complessi e paure (abbandono, rifiuto, dipendenze affettive etc), più autentica è la SCELTA di condividere la vita insieme. È solo in una cornice di amore (e quindi anche di rispetto, affetto, supporto, comprensione) che si può sperare di evolvere, psichicamente in modo sia individuale che insieme, all’interno della relazione.

Per niente facile!!

Ah ma quindi non basta vedere dalla sinastria che siamo destinati a stare insieme? No, tocca metterci il solito duro lavoro. Lavoro sulla pietra grezza. Lavoro personale ed in più sulla relazione. Non ci sono scorciatoie psico-new age. “Ad Astra” ci si arriva sempre e solo “per aspera”.

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